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Art Deco. Gli anni ruggenti in Italia
Art Deco. Gli anni ruggenti in Italia

 
Art Deco. Gli anni ruggenti in Italia

Nell’ambito di una riscoperta recente della cultura e dell’arte negli anni Venti e, segnatamente, di quel particolare gusto definito “Stile 1925”, dall’anno dell’Esposizione universale di Parigi dedicata alle Arts Décoratifs, da cui la fortunata formula Art Déco, che ne sancì morfologie e modelli, nasce l’idea di questa mostra. Il gusto Déco fu lo stile delle sale cinematografiche, delle stazioni ferroviarie, dei teatri, dei transatlantici, dei palazzi pubblici, delle grandi residenze borghesi: si trattò, soprattutto, di un formulario stilistico, dai tratti chiaramente riconoscibili, che ha influenzato a livelli diversi tutta la produzione di arti decorative, dagli arredi alle ceramiche, dai vetri ai ferri battuti, dall’oreficeria ai tessuti alla moda negli anni Venti e nei primissimi anni Trenta, così come la forma delle automobili, la cartellonistica pubblicitaria, la scultura e la pittura in funzione decorativa. Le ragioni di questo nuovo sistema espressivo e di gusto si riconoscono in diversi movimenti di avanguardia (le Secessioni mitteleuropee, il Cubismo e il Fauvismo, il Futurismo) cui partecipano diversi artisti quali Picasso, Matisse, Lhote, Schad.

La mostra ha una declinazione soprattutto italiana, dando ragione delle biennali internazionali di arti decorative di Monza oltre naturalmente dell’expo di Parigi 1925 e 1930 e di Barcellona 1929. Il fenomeno Déco attraversò con una forza dirompente il decennio 1919-1929 con arredi, ceramiche, vetri, metalli lavorati, tessuti, bronzi, stucchi, gioielli, argenti, abiti impersonando il vigore dell’alta produzione artigianale e proto industriale e contribuendo alla nascita del design e del “Made in Italy”.

Non si è mai allestita in Italia una mostra completa dedicata a questo variegato mondo di invenzioni. Obiettivo dell’esposizione è mostrare il livello qualitativo, l’originalità e l’importanza che le arti decorative moderne hanno avuto nella cultura artistica italiana connotando profondamente i caratteri del Déco anche in relazione alle architetture e alle arti figurative: la grande pittura e la grande scultura. Sono qui essenziali i racconti delle opere di Galileo Chini, pittore e ceramista, affiancato da grandi maestri, come Zecchin e Andlovitz, che guardarono a Klimt e alla Secessione viennese; le invenzioni del secondo futurismo di Depero, Balla e Mazzotti; i dipinti, tra gli altri, di Severini, Casorati, Martini, Cagnaccio di San Pietro, Bocchi, Bonazza, Bucci, Marchig, Oppi, Metlicovitz.

Tariffe:
Intera: 12.00 €
Ridotta: 10.00 € gruppi superiori alle 15 unità, minori di 18 e maggiori di 65 anni, titolari di apposite convenzioni, studenti universitari.
Aperta: 13.00 € biglietto speciale aperto senza date e senza fasce orarie
Speciale famiglia: € 25,00 biglietto valido per l’ingresso di due adulti e due minori (fino ai 14 anni)

Orario di apertura:
da martedì a venerdì: 9.30-19.00 sabato, domenica, giorni festivi: 9.30-20.00.
Lunedì chiuso, tranne 17 e 24 aprile e 1 maggio

Per ulteriori informazioni:
www.mostrefondazioneforli.it

IAT – Informazione e Accoglienza Turistica
Piazzetta della Misura, 5 – 47121 Forlì
Tel: +39.0543.712435 – Fax. 0543.712750
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